Era il primo giorno
dopo il sabato di morte
la speranza trafitta con il re dei giudei
Lo avevamo visto – da lontano –
Tutti eravamo fuggiti
Camminavamo ora
Al tramonto
Verso le nostre case vuote
Avvolti nell’arroganza cieca
Ci scagliavamo addosso
Parole di pietra aguzze come cocci
Che scavano ma non scaldano i solchi del cuore
Lui
Un’eclissi nei nostri discorsi
Solo rabbia
La nostra tristezza
La nostra eterna e antica colpa
Noi
Noi e basta
L’orizzonte e la strada
«Cosa sono questi discorsi che state facendo fra voi camminando?»
Gesù il nazareno
Noi speravamo ma è stato crocifsso
Donne visionarie hanno visto angeli
Che affermano sia ancora vivo
Ma c’è solo un sepolcro vuoto
Lui dov’è?
«Sciocchi e tardi di cuore…»
L’Albero della Vita
Ha aperto le sue braccia
Cariche di frutti
E spande già la sua fragranza di Pane
La Parola in fiore
Dalle Scritture fiorisce quest’albero
Esse parlano di Me
La strada si accorcia
Il cuore arde leggero
«Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino»
Entrò
Quanto ho desiderato mangiare con voi questa pasqua
Prese il pane, benedisse il Padre
Spezzoà il Suo Corpo
Lo donò a noi
E allora vedemmo come per la prima volta
Come nuovi nati alla vita nel Padre
Vedemmo come figli amati senza merito d’amore
La sua assenza
Presenza viva nella nostra carne
In quel Pane
In quell’Albero della Vita
Gravido di spighe di sole
Buona Santa Pasqua!
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