Celebriamo la sua festa il 14 dicembre. Con i suoi scritti e soprattutto con le sue poesie, San Giovanni della Croce, dottore mistico, ha cantato il suo incontro con Dio, nei misteri della vita di fede. Tra questi gli era particolarmente caro il mistero dell’Incarnazione, che riesce a rendere in modo vivo e appassionato nelle Romanze Trinitarie. Si tratta di un testo molto ricco che dovremmo leggere e meditare ogni nuovo Avvento. In una delle ultime strofe ci illustra il meraviglioso scambio che avviene nella nascita di Gesù, pensata come lo sposalizio dell’uomo con Dio: sia l’uno che l’altro si trovano a vivere qualcosa di diverso, di nuovo rispetto alla loro condizione.
«Gli uomini dicevano cantici,
gli angeli melodia
festeggiando il matrimonio
tra i due personaggi;
ma Dio nel presepe
piangeva e gemeva:
erano le gioie che la sposa
portava al matrimonio;
la Madre era meravigliata
di vedere quello scambio:
il pianto dell’umano in Dio,
e nell’uomo la gioia,
cosa che all’uno e all’altro
soleva essere estranea.»(Romanza 9)
Che il Signore ci doni di vederlo nell’Altro, nel dono diverso che ciascuno porta, di lasciare che l’amore ci trasformi a tal punto da vivere nella nostra carne il meraviglioso scambio di accogliere come nostre le pene e le fatiche di chi ci vive accanto! Dopo l’Incarnazione del Signore infatti ognuno di noi è Sua dimora, luogo della Sua manifestazione:
«O anima bellissima fra tutte le creature, che desideri tanto conoscere il luogo dove si trova il tuo Diletto, per trovarlo ed unirti con Lui! Ormai ti è stato detto che tu stessa sei il luogo in cui Egli dimora e il nascondiglio dove si cela.» (CB 1,7)
Il 14 dicembre celebriamo i Vespri alle 17 e la Santa Messa alle 17, 30.
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