IV condivisione – La spiritualità di Santa Teresa di Gesù Bambino: Siamo opera nelle Sue mani.

A MANI VUOTE

Comparirò davanti a Te a mani vuote.
Teresina, nonostante la piccolezza e la fragilità della sua persona, decide di presentarsi in questo modo davanti al Signore: a mani vuote, ma proprio per questo pronte ad accogliere e a custodire quanto viene loro donato. Questo “prendere” diventa a sua volta un “lasciarsi prendere” e quindi un “abbandonarsi”. Questa volta per il disegno non mi sono venute in mente delle mani, ma la persona che sente bisogno di ritirarsi per lasciarsi afferrare: quella persona che ha bisogno di fermarsi per far luce sulla propria vita e allo stesso tempo per trovare ciò che le dà luce. Maria ha scelto di rispondere SÌ a questa luce, rispondendo nel proprio cuore al progetto d’Amore che Dio aveva per lei; così anche Teresina ha scelto di rispondere, abbandonandosi, all’Amore misericordioso che Dio le stava facendo conoscere in un momento molto particolare della sua vita e che lei stessa era chiamata a far conoscere alle persone. 

IL PITTORE CELESTE

Teresina diceva che è dopo la morte, quando saremo altrove, che vedremo le meraviglie che Lui opera nella nostra vita, con le sue diverse sfumature e colori. Per parlare delle opere di del Grande Pittore celeste ho utilizzato due disegni.

Il primo vede la nostra presenza nella Sua opera come strumenti, come ciò che è necessario per rendere ciò che vogliamo rappresentare una bellissima opera d’arte. Serve un’ottima base che ci viene preparata, ma anche il nostro tocco originale, il nostro punto luce! Per questo motivo, ho voluto ri-creare le parole di Teresina in questo modo: Sempre egli si è servito delle sue creature come strumenti per fare la sua opera nelle anime… sempre Egli ha servito la nostra storia per rendere presente il Suo amore per noi.

Il secondo disegno è come se vedesse la nostra presenza non più “dietro le quinte” dell’opera d’arte, ma come protagonista a tutti gli effetti dell’opera. Quando ho letto questo stralcio ho pensato che per vedere questi colori abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a fare un passo indietro, a guardare ciò che abbiamo vissuto e imparato, ma anche ciò che stiamo vivendo e imparando, con occhi nuovi. Mentre scrivo questo, mi viene in mente quando mi è stato detto dell’importanza dello Sguardo quando si prega, soprattutto per le donne: con lo Sguardo entriamo in noi stessi e allo stesso tempo cerchiamo compagnia. Questo può essere lo Sguardo che riceviamo dal Pittore Celeste: non possiamo conoscere i colori della Sua opera, quelli che sta usando o sta per usare, perché noi stessi ne siamo parte, noi stessi siamo quest’opera…Ho pensato anche alle sfumature del cielo, durante la notte… può essere anche una delle notti che ci mettono alla prova: anche in questo caso, solo Lui può sapere i colori che usa; solo Lui darà una luce, una forma, un senso, a quella notte che stiamo vivendo…È un’opera impossibile da riprodurre, ma che è possibile guardare, ammirare e contemplare accanto a Lui. Pensando a ciò che possiamo fare ora, mi è venuto in mente uno stralcio del Castello Interiore di Teresa d’Avila: vivere nella verità… quindi, vivere imparando a essere trasparenti… perché solo essendo così come siamo potrà passare la luce (così come da una finestra passa la luce del sole di giorno e delle stelle e della luna di notte) per far vedere perfettamente quello che siamo: creature, bellissime, perché siamo a immagine e somiglianza di Colui che ci ha amato ancor prima di averci creato… perché ci ha desiderato, ci ha atteso e continua ad attenderci.

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